Domenica 2 Agosto


Quest’anno ho a disposizione una bella Toyota che ha però il difetto di partire solo a spinta, quindi la mattina devo chiamare un po’ di persone che mi spingono verso una discesa e poi, una volta messa in moto, non da più problemi, la si può spegnerla e riaccendere cento volte e parte sempre al primo colpo. Cerco anche oggi Ethel, ma questa volta e’ andata a Machinga per far visita a sua sorella. Sono in alto mare, devo assolutamente capire in quale villaggio andremo domani, tenterò di incontrare Ethel più tardi. Sono insieme a Francesco, Marco , Cristina e Pierpaolo ed abbiamo deciso di visitare un orfanotrofio a Ncheu, circa 40 km da Balaka, che e’ gestito da tedeschi. Ci mettiamo un po’ prima di trovarlo; quando ci riusciamo, vediamo che è chiuso; un po’ delusi ci avviamo verso l’ospedale del posto perchè Francesco vuole vedere come è organizzato. In questo caso il nostro sconforto si trasforma in speranza, speranza di vedere in Africa strutture di questo tipo, semplici, ma ben organizzate, con reparti puliti e funzionali. Per la prima volta dopo nove anni ho inoltre l’opportunità di constatare che una struttura lavora anche sulle statistiche dei malati, dei nati, etc. Usciamo dalla struttura soddisfatti di quanto visto, facciamo poi un giro al mercato del luogo, dove un acre odore di pesce essiccato ci si appiccica sui vestiti. Pesce pieno di mosche venduto a non so chi , visto che tutte le bancarelle sono vuote. Grande partecipazione di pubblico invece al mercatino di abbigliamento, decine e decine di persone che guardano e cercano una maglietta, un paio di scarpe o un paio di pantaloni. Singolare e’ vedere come vengono provate le scarpe: per evitare che centinaia di piedi entrino nelle scarpe prima che poi qualcuno le acquisti, viene fornito al possibile compratore una busta che lo stesso dovrà utilizzare come calzino. Solo dopo questa operazione si potrà procedere alla prova della scarpa. Ovviamente e’ vietato provare pantaloni e magliette. Ovvio il motivo. Durante il viaggio di ritorno Francesco ci spiega di quanto sia rimasto impressionato dalla facilità con cui le donne riescano a partorire e di come avvengono i parti nelle capanne. Le donne partoriscono in piedi, al momento del parto si attaccano a due corde (una per braccio) poste ad un’altezza di un paio di metri che permettono loro di fare una maggiore pressione sul bimbo. Il fatto di stare in piedi e’ molto significativo in quanto sfruttano anche la forza di gravità; mi sembra una cosa sensata e non so perchè da noi non si fa. Ci sarà sicuramente qualche controindicazione. Dopo cena abbiamo preso l’abitudine di scambiare due chiacchiere fuori la Casa del volontario; sono le 21.30 quando sentiamo i guardiani battere con un bastone per terra. E’ buio pesto e pensiamo che stiano litigando tra loro, ci avviciniamo, non litigano, hanno appena ucciso un black mamba, il serpente detto dei sette passi, perchè dopo un suo morso ti lascia il tempo di fare 7 passi e poi muori. Ora due cose mi sono rimaste impresse, la prima e’ come abbiano fatto i guardiani in piena notte a vedere un serpente che striscia, la seconda e’ che non sapevo che i serpenti andassero in giro anche di notte. In ogni caso dopo avere osservato questo brutto serpente, i guardiani ci spingono via e gli tagliano la testa ( una loro usanza dice che scaccia altri serpenti); non appena la testa viene tagliata le due parti hanno una reazione che non si aspetta: la testa continua a muoversi per alcuni secondi e la bocca si apre come se volesse mordere. Mi ero sempre chiesto il perchè ogni mattina i guardiani spazzolassero il terreno sempre seguendo una direzione precisa, stasera ho avuto la risposta, così facendo riescono, stante il movimento a zig zag dei serpenti, a capire se la notte questi pericolosissimi rettili sono passati o meno; il loro modo di spazzolare permette proprio di capire questo. Vedo la partita della Juve; intorno alle 24.30 vado a letto. Come cavolo si fa per tirare un rigore così?

 

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