La casa del volontario
Siamo in tanti quest’anno, io sono alla stanza numero
tredici al secondo piano, una stanza accogliente con
un bagno molto grande. Ritrovo Giacomo, Peter, Alessandro, Valentina e dopo tre
anni anche Peppino notissimo notaio di Bergamo, sempre attivo e prezioso per le
sue iniziative atte a migliorare la vita presente e futura delle persone di
Balaka. Quest’anno oltre che nella verifica dello stato di avanzamento dei suoi
progetti è anche impegnato nello stilare la costituzione della cooperativa di “Andiamo”,
ovviamente nel rispetto delle leggi del Malawi.
Ci sono poi due coppie di bergamaschi, Bruna e suo marito
Luigi, e Sandro e sua moglie Rosa, tutti impegnati ad aiutare chiunque ne
faccia richiesta.
Fantastica la scena a cui ho assistito il 16 di agosto. La
mattina la macchina che padre Mario mi ha messo a disposizione è partita solo a
spinta, ho allora deciso di andare all’officina di “Andiamo” per far controllare
lo stato della batteria. Qui Sandro, che è un ottimo meccanico, ha aperto il
cofano e si è subito
messo le mani ai capelli: il motore era tutto rattoppato con pezzi presi di qua
e di là e la batteria da cambiare; a questo punto ha cominciato a dire ad un
operaio quel che si doveva fare, ma in bergamasco; l’operaio
rispondeva sempre di sì, ma al momento di agire non ha saputo fare nulla. Non
aveva capito una sola parola. Lascio immaginare la frustrazione di Sandro.
Oltre a queste persone in casa abbiamo anche Agostino, un
volontario italiano che si sta occupando della costruzione dell’asilo di Toleza, tre medici, Daniele (di Biella), Cristina e Gaia
(neonatologhe di Palermo) che lavorano nell’ambito del Project Malawi
all’interno della maternità ormai pienamente operativa a Balaka.
Della compagnia fanno anche parte Cipriano,
ingegnere di Bergamo, per questo periodo in coppia con Agostino, e Pierpaolo
odontotecnico di Fermo impegnato nello studio dentistico insieme a Giacomo.
Insomma una bel gruppo.
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