Domenica 10 Agosto
Oggi sono andato a messa, non ho capito niente di quello che
si diceva perché la messa era in Chechewa; la chiesa era piena di bambini che
la prossima settimana riceveranno l’eucarestia. I bimbi con le loro famiglie vivono
in prossimità della chiesa per tutto il tempo del ritiro e non tornano ai loro
villaggi, vista la distanza; alle 4.30 cominciano a cantare con sommo piacere
da parte del gruppo di persone giunte da Bergamo (Anna Maria, Giusi, Laura,
Massimo, Silvia, Serena e Simona), che hanno una sveglia puntuale tutte le
mattine!
La messa comincia alle 9.00 e finisce alle 11.00. La
predisposizione delle persone è accurata: sui banchi di
centro destra rispetto all’altare siedono i maschi, su quelli di destra
i bambini, sul centro sinistra le donne e sulla sinistra le bambine. Al
contrario di quello che accade da noi quando arriva il momento della bussola
non sono le persone addette a passare lungo i banchi per la raccolta degli
oboli, ma le persone che intendono fare l’offerta ad andare verso le addette. Noto
che tutti (bambini inclusi) fanno una piccola offerta; le operazioni durano
molto, viste le lunghe file che si formano.
Oggi ho avuto modo di parlare un po’ con il mio coinquilino
che mi ha messo al corrente del lavoro che sta
portando avanti in questa zona dell’Africa. Sigfrido Romeo ha 29 anni ed è
siciliano di Messina. E’ un agronomo ed ha già alle spalle un progetto
realizzato in Ghana (dove è rimasto 11 mesi) inerente lo
studio della flora e della fauna in un suo particolare distretto.
L’organizzazione per cui lavora è “Ricerca e
cooperazione” di Roma ed il progetto che lo vedrà impegnato per tre anni si
chiama Chimanga Project. E’ qui da settembre 2002 e
non è mai più tornato in Italia (lo farà per 15 giorni a Natale). Mi spiega
quali sono gli obiettivi del progetto. L’obiettivo generale è quello di
migliorare la sicurezza alimentare dei piccoli agricoltori nei distretti di
Balaka e Ncheu. A Balaka i villaggi interessati sono quelli di Sosola, Matola, Mbela.
Quest’anno sono stati forniti fertilizzanti, sementi
di mais e assistenza ai contadini dei
luoghi interessati al progetto per una cifra di 3800 Kwacha a persona, soldi
che sono stati poi restituiti una volta che i contadini hanno raccolto i frutti
del loro lavoro. L’obiettivo principale del progetto è quello di incrementare
la produttività e la produzione delle colture per alimenti (mais soprattutto),
migliorare le tecniche agricole locali, promuovere le colture differenziate e diffondere specie ed alimenti tolleranti la
siccità (ad esempio la cassava che è una specie di patata). Gli
agricoltori che hanno aderito al progetto sono 500; i quali, tutti ben addestrati,
hanno avuto un incremento produttivo nella produzione del mais in alcuni casi
del 50% (su un target previsto del 25%); il risultato è stato possibile anche
per la buona stagione delle piogge. Obiettivo del progetto è anche dare
un’educazione alimentare alle persone del luogo ed ottimizzare l’utilizzo delle
risorse ambientali .
Il prossimo anno si prevede di seminare cassava e fagioli
nei terreni in cui quest’anno è stato seminato mais,
questo allo scopo di aumentare la fertilità dei terreni e migliorare
l’alimentazione delle persone. Il progetto (che ha come partnership anche i
padri monfortani, insieme al ministero dell’agricoltura del Malawi) prevede
anche la costruzione di tre semplici impianti idrici facilmente riproducibili
che verranno utilizzati per la produzione degli
ortaggi. Al momento sono stati creati anche 18 posti di lavoro di struttura.
Ringrazio Sigfrido per tutte le informazioni che mi ha dato
e spero che il suo progetto continui a dare i risultati sperati.
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