Venerdì 10 Agosto


Oggi siamo andati a vedere la sala parto ormai pronta per l’inaugurazione che avverrà tra la fine di settembre ed i primi di ottobre. La struttura è bellissima ed in realtà una parte di essa già operativa, infatti vi si eseguono gli esami per accertare la sieropositività di una persona e si distribuiscono le medicine per la cura dell’AIDS. Il container con tutta l’attrezzatura necessaria per la sala operatoria è arrivato, solo che, vista l’assenza del dottor Carlo Spini, il tutto verrà montato al suo ritorno il 29 agosto.

In mattinata abbiamo avuto uno scambio di battute con padre Piergiorgio Gamba sulla situazione della giustizia in Malawi. Riporto solo alcune delle cose che più mi hanno colpito di quello che mi ha riferito: una donna, Naomi, ha trascorso dieci mesi della sua vita in una prigione per aver commesso il seguente errore: alla morte del marito lei e la suocera hanno continuato a vivere insieme fino a quando non si sono messe d’accordo su come dividersi il raccolto. Dopo lunghe discussioni sono arrivate alla conclusione di fare a metà, ma alla prova dei fatti la suocera ha preso più roba di Naomi che per protesta, in uno scatto d’ira, ha strappato il vestito della suocera. Per questo fatto si è beccata dieci mesi; ma non è tutto, la cosa più pesante è che a seguito di questo gesto è stata ripudiata dal suo villaggio ed adesso è sola.

Altra cosa folle. Tempi fa il guardiano cinquantenne di una delle strutture di ”Andiamo” è stato ucciso a bastonate nel suo villaggio perché accusato di “Mangiare gli anni ai bambini”. Spiego: cinquanta anni in Malawi sono considerati una età molto avanzata, visto che la vita media è di trentasette anni. Nel villaggio dove viveva il guardiano, continuavano a morire molti bambini e lui restava vivo; allora gli abitanti del luogo hanno pensato che gli anni dei bambini se li stava prendendo lui per continuare a vivere. Incredibile! Però il guardiano per questa pazzia ci ha rimesso la pelle, ed ovviamente i bambini del villaggio continuano a morire!

Ed ancora. I processi in Malawi si svolgono in lingua inglese e nella maggior parte dei casi gli accusati, gente per lo più che non sa né leggere e  né scrivere, non capisce una sola parola delle accuse verso di loro, con il risultato che si ritrovano in prigione spesso non avendo capito nemmeno se chi li ha difesi abbia speso una buona parola per loro.

Oggi si farà il processo ad una persona che ho conosciuto lo scorso anno e che si è macchiata della colpa di aver rubato delle bici. La pena proposta è di nove, e dico nove anni, di reclusione!

Praticamente, visto  lo stato che si può immaginare delle carceri in Malawi, se fosse condannato,sarebbe come una condanna a morte.

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