09 AGOSTO 2002 (VENERDI’)

Sveglia alle 7.30 su richiesta di Pierluigi (ha ragione perche’ siamo sempre gli ultimi a fare colazione). Dopo colazione andiamo con Don Cesare nell’ospedale pubblico di Balaka: una struttura fatiscente. Entriamo nel reparto donne perche’ il don deve somministrare una comunione e due estreme unzioni a due donne malate di AIDS. Il reparto ospedaliero e’ un grosso stanzone abbastanza pulito con 12 posti letto, l’altezza di ognuno di essi e di circa mezzo metro, questo per permettere ai parenti, che eventualmente dovessero assistere i loro cari, di dormire sotto. Non sono dispensati i pasti, spetta a loro provvedervi. Il ricovero viene acconsentito solo per i casi gravissimi e si dice che chi viene ricoverato difficilmente esce vivo, non per l’incapacita’ dei medici, ma per le condizioni con cui arrivano i malati. Assistiamo ad una strana scena: una volta che Don Cesare ha impartito l’estrema unzione alle due donne, Kulapa si mette a scrivere delle cose note su un libretto, e quindi chiede il nome delle persone che stanno vicino alla moribonda. Cesare mi spiega che in questo modo viene certificato che la donna e’ morta da cristiana e cosi’ nel villaggio di appartenenza la donna potra’ avere diritto ad un funerale cristiano. Dopo la visita all’ospedale ci rechiamo in chiesa. Oggi e’ giorno di matrimoni (ce ne sono 84). Pierluigi e Cristian restano in chiesa, mentre io e Oscar andiamo al centro orfani per finire il lavoro sui pc e sul database. Restiamo in ufficio fino a mezzogiorno, ora in cui si torna nella missione per mangiare. Alle 14.00 cominciano gli incontri con i bambini e quindi le interviste (regista Cristian, aiuto regista Pieluigi) e foto. Ethel ci porta prima a Chiyendausiku e poi a Sawali. Troviamo tutti i bimbi tranne Luckia Mataka che vedremo lunedi’. Essendo un somaro mi sono dimenticato della lista degli adottanti e cosi’ nelle interviste non posso fare l’associazione con l’adottato. Alcuni bimbi stanno poco bene ed in particolare Madalitzo Laisi appare in cattive condizioni, altri bene (tipo il bimbo adottato da Antonella e Lucio). Credo che le interviste siano uscite uno schifo, ma l’importante e' che i bimbi siano presenti, molti di essi indossano i vestiti che gli sono stati inviati nei pacchi di Natale dalle loro famiglie italiane. Dopo le interviste chiediamo ad Ethel se e’ possibile entrare all’interno del villaggio per visitare qualche casa. Ethel ci porta a casa di una donna dove facciamo un bel filmato. Le persone si mostrano molto ospitali e nonostante la loro poverta’ ci fanno molti regali. Ethel ci fa da cicerone e spiega usi e costumi del luogo. Si torna a casa alle 18.00 quando ormai e’ buio, poi cena ed a letto.

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