Dopo una salutare dormita sono pronto per cominciare il solito giro, padre Mario (che
ho trovato in buone condizione dopo i problemi di salute che lo hanno costretto
al rientro in Italia) mi ha messo a disposizione l’Ape dello scorso anno e
quindi non avrò problemi di trasporto, del resto quest’anno siamo in pochi e
quindi non ci sono problemi di mezzi. Passo tutta la
mattina con Ethel la quale mi mette al corrente di alcuni trasferimenti di
bambini da un villaggio ad un altro e da una città all’altra. Vista la
situazione scolastica espostami da Beppe e ribaditami
da Ethel, onde stimolare i bambini a studiare e fare in modo che i bimbi più
bravi continuino a studiare, propongo di istituire una piccola borsa di studio
per i più meritevoli. Per quest’anno mi baserò sulle pagelle che io ho visto e
sulle dritte di Ethel. Il premio è fissato in 1000
Kwacha (circa 7,5 €) somma con la quale al momento si riesce a comperare un sacco di grano da 50Kg.
Mi soffermo un attimo sul
problema scolastico per capire le difficoltà a cui qui professori, alunni e
famiglie sono costretti a far fronte.
Prendo la scuola di Mphiri (che comunque è il caso limite), 600 persone disposte in due
aule, senza banchi, tutti seduti per terra, quattro maestri. Il maestro impiega
metà del tempo a fare l’appello.
Una sola lavagna dove a malapena
si riesce a leggere, difficoltà per i bimbi a scrivere visto
che si trovano praticamente uno sopra l’altro. Ed
i libri dove li poggiano? E come si fa ad interrogare?
Proponiamo i due turni? Ok, ma
per i bimbi che si trovano a cinque/sei chilometri dalla scuola come facciamo?
Se fanno il turno di pomeriggio (diciamo alle due si comincia la lezione, cari
miei un paio d’ore di lezione e non di più, visto che poi si deve tornare a
casa e qui in Malawi alle 18.00 già è buio e non è che passi il bus a
prendere i bimbi per riportarli a casa) quindi si usano i piedi, inoltre bisogna sempre fare l’appello a 150 persone
(diciamo che un’oretta se ne va per espletare questa
pratica), così al maestro resta solo un’ora per l’insegnamento, sì ma con
un’ora che cosa si insegna, quale materia, come si fa ad interrogare?
Come si vede,
il problema è semplice da risolvere…
Per fortuna adesso il gruppo di
Montemario ha deciso di costruire altre aule e così tra qualche tempo avremo
finalmente strutture più idonee.
Questo vale soprattutto per le
prime classi, in quanto alla terza media arrivano solo
il dieci per cento degli alunni iscritti alla prima elementare e quindi ci
sarebbe spazio per l’insegnamento anche se in condizione proibitive (aule
fatiscenti, materiale scolastico insufficiente), ma qui sono gli studenti che
si dimostrano non all’altezza, pochi, pochissimi mostrano interesse per lo
studio e quei pochi non sono certo stimolati dall’ambiente e dai
professori peraltro sottopagati.
Però volenti o nolenti è da qui che uscirà la nuova classe dirigente del paese e quindi
bisogna fare qualche cosa per cambiare questo stato di cose, i ragazzi devono
andare a scuola e impegnarsi, se questo interessamento alla scuola dovesse
venire a mancare si potrebbe anche arrivare alla cessazione dell’adozione.