Venerdì 8 Agosto

 

La luce è tornata, ma dell’acqua non vi è traccia. Pazienza. Mi reco di buon’ora nel centro adozioni e parlo a Beppe della possibilità di comperare delle bici ai bambini che si trovano più distanti da Balaka (molte persone in Italia mi hanno chiesto se era possibile inviarle dall’Italia).

Beppe mi dice che sarebbe meglio che noi inviassimo i soldi, penseranno loro a comperarle e distribuirle ai bimbi; proprio in questi giorni ne hanno comperate una trentina su richiesta degli adottanti e le stanno distribuendo (oggi due persone verranno a ritirare le loro). Così facendo, a suo modo di vedere, si ottiene un duplice risultato: il primo è che i soldi girano in Malawi e ne beneficia l’economia del paese, il secondo è che il costo della bici è molto più basso di quello che avremmo in Italia (una buona bici costa non più di 55 €) e inoltre si risparmiano le spese di spedizione.

Mi trovo d’accordo con lui, ma penso e riferisco che alcune persone potrebbero avere bici di seconda mano in Italia da mandare in Malawi, e lui mi dice di non farlo perché le bici andrebbero perse. ”E perché?” domando. Ed ecco l’assurdo: se la bici è nuova i bambini ed i loro familiari diranno che è stata comperata da loro stessi, e questo sarà un vanto non da poco che farà acquisire molta credibilità alla famiglia; se la bici è di seconda mano, non potranno avere questo vanto. Nella tarda mattinata arriva uno dei bimbi a cui verrà consegnata la bici, e mi accorgo che la stessa è tutta smontata; domando di nuovo a Beppe il perché e la  risposta è che ciò fa parte della tradizione malawiana: montarsi la propria bici è un’operazione rituale,di cui non si può fare a meno. So che tutto questo è un paradosso per un popolo che non ha nulla, ma tant’è.

Nel tardo pomeriggio arriva il container che è stato spedito da Roma e cominciano le operazioni di scarico che si protraggono fino a tarda sera.

Ore 21.30: Finalmente acqua! Doccia e poi a letto.

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