Dopo undici ore di volo ed uno scalo a Addis Abeba sono arrivato a Lilongwe capitale del Malawi in un aeroporto non più grande di quello di Preturo (AQ).

Ha un solo gate ed una bellissima veranda da dove le persone si godono l’atterraggio degli aerei.

Il volo e’ andato bene, anche se stanotte faceva veramente freddo ed io ero in maniche corte.

Ho già ripreso i bagagli e adesso devo passare i vari controlli e poi sperare che il buon Pino Aragona mi abbia mandato una persona che mi porterà a Balaka. Sono le 16.25 e se tutto va bene fra circa tre ore saro’ in missione.

Balaka si trova a circa trecento km da Lilongwe nella zona sud ovest del Malawi.

Sono fuori dell’aeroporto ed ormai attendo da venti minuti che qualcuno pronunci il mio nome o abbia scritto Ilario su un cartello.

"Ilario?". "Sì, sono io" rispondo.

"Io sono la persona che deve portarti a Balaka da padre Mario".

Ci avviamo verso la sua macchina, un pulmino dove oltre a me ci sono sette ragazzi di Brescia che aiuteranno per un mese il padre missionario nella manutenzione della sua missione.

Il viaggio verso l’interno comincia e cominciano anche a farsi vedere le prime ombre della sera, che qui scende intorno alle sei. Mi soffermo un attimo sul fatto che qui siamo in inverno ed il clima in questo periodo e’ simile a quello primaverile nostro.

La strada che percorriamo e’ asfaltata a due corsie con doppio senso di marcia, ai lati non esistono marciapiedi ed e’ piena di buche. Andiamo abbastanza forte, ed il traffico e’ scarsissimo, le uniche macchine che si incontrano sono fuoristrada o camion.

Ai lati della strada per tutti i trecento km di viaggio ci sono persone che camminano, i bambini sono quasi tutti scalzi, mentre alcuni di loro vendono la specialità del luogo: spiedino di topi di campagna. Quello che non riesco a capire e’ come facciano in piena notte senza illuminazione a camminare lungo la strada senza inciampare o farsi male.

Alle 20.30 sono finalmente a Balaka, abbastanza stanco, tenendo conto che sono partito da Fiumicino alle due della notte scorsa.

Dopo aver mangiato qualche cosa, sono condotto nella stanza dove dormirò per i prossimi giorni. Si trova ad un paio di km dalla missione, proprio vicino all’asilo di Santa Monica fatto completamente costruire dal gruppo "Seconda linea missionaria".

La stanza in cui dormo e’ accogliente e pulita, ci sono due letti, ma mi accorgo subito che non saro’ il solo a dormire qui dentro, c’e’, infatti, una nutrita popolazione di animaletti: millepiedi, scarafaggi, zanzare e gechi e uno di essi, Carletto, mi resterà fedele fino alla partenza.

La stanza si trova all’interno di una casetta formata da cinque stanze, tre camere da letto, una cucina ed un soggiorno, il bagno e’ fuori, come si usa qui in Africa.

Sono ospite di Isa una volontaria di Bergamo che da un anno ormai si trova qui. Isa e’ la responsabile del progetto "Thiende" ed in questo momento sta insegnando a cucire alle donne del luogo.