Mercoledì 6 agosto

 

Ore 2.00: Dopo essere arrivato ad Addis Abeba, aver trovato un aeroporto tutto nuovo e funzionale e un atterraggio tutt’altro che morbido, cominciano le operazioni di imbarco per Lilongwe durante le quali incontro un’italiana che lavora per l’Unicef e risiede a Lilongwe da 4 anni. Mi mette al corrente di molte usanze del paese, della situazione politica, della corruzione presente e della situazione scolastica. Si chiama Alessandra ed è….chietina, sta tornando dalle vacanze proprio oggi.

Ore 4.00: Viene servito il pranzo, ma io voglio dormire, niente da fare, mi svegliano.

Ore 6.10: Atterraggio morbido a Lilongwe in perfetto orario; dopo le rituali operazioni di ingresso in Malawi, mi apposto nelle vicinanze del rullo dove, fiducioso, attendo il mio bagaglio sperando che prima o poi arrivi, già…prima o poi…poi..poi…ma, eccolo! Questa volta è arrivato! All’uscita dall’aeroporto saluto Alessandra e vedo se c’è qualche persona ad attendermi. Non c’è nessuno, ma, incredibile ma vero, si ode dall’altoparlante una canzone inconfondibile e sapete quale? “Un giorno insieme” dei Nomadi. Non ci posso credere! Anche a questa latitudine sono ben noti.

Ore 6.20: Arriva Thembo la persona che mi porterà a Balaka,  prima però si devono espletare delle pratiche in città. Nel riprendere la patente di una persona che lavora nella missione  scopro che qui in Malawi le patenti sono come quelle di ultima generazione in Italia. Alle 9.30 si parte per Balaka dove arriviamo verso le 12.10. Dopo i saluti di rito si mangia e quindi vado a riposarmi, ma non dopo avermi fatto la barba che è ormai fastidiosissima. Padre Mario mi accompagna nel mio alloggio.

L’alloggio: Una reggia che mi piace descrivere. E’ una casa con un grande giardino e con una porta blindata (ovviamente di seconda mano e arrivata gratis dall’Italia) come porta principale, ingresso con ampio soggiorno munito di tre panche costruite dai ragazzi della cooperativa, ottima pavimentazione. Una cucina completa, una sala da pranzo, tre camerette ognuna con bagno, il tutto ben pulito, tirato a lucido. Che dire? quest’anno sono in suite (come dice padre Mario). Nella casa con me vive Sigfrido che si occupa del progetto Chimanga Project da realizzare entro tre anni; a breve arriverà un dottore che si occupa dello stesso progetto e poi il dottor Carlo Spini che tornerà in Malawi purtroppo solo quando io sarò già in Italia. Peccato, lo avrei rivisto con piacere, considerato il suo impegno in questa zona contro l’AIDS.

Nel pomeriggio faccio una breve apparizione al centro adozioni per i saluti ed apprendo che l’organizzazione logistica e organizzativa è cambiata; adesso nei pressi dell’asilo ci sono due uffici, in uno si ricevono le persone, nell’altro si effettuano le registrazione dei bambini orfani che chiedono di essere adottati e dove (da ottobre) una persona si occuperà di rispondere alle richieste delle famiglie italiane di avere notizie sui loro adottati.

Nel centro lavorano cinque persone: Padre Beppe Cortinovic (responsabile), Ethel, Felix (che si occuperà a tempo pieno della manutenzione del Data Base dei bimbi orfani), Margret (che si occuperà della corrispondenza con i genitori adottivi italiani in quanto conosce la nostra lingua) e Linnie. Dopo la breve visita torno in missione per la cena e quindi vado a dormire subito, visto che sono trentasei ore che non lo faccio.

 


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