Lunedì 07 Agosto

ore 13.45

Sono le h 13.45 Italiane……….Tra un’ora e dieci minuti avremmo dovuto planare sulla terra d’Africa…… Causa ritardi voli dall’aeroporto di Addis Ababa, stiamo ancora nell’alto dei cieli e ci stiamo arrovellando il cervello per capire quale paese stiamo sorvolando.Non osiamo chiedere al personale, visto che sull’orario di arrivo ci sono versioni diverse ogni quarto d’ora.So solo che dall’oblò del mio finestrino, subito sotto le nuvole, si possono scorgere lembi di terra rossastra. Secondo Ilario stiamo sorvolando presso a poco l’Uganda.Anzi, rettifica subito, sto dicendo una cavolata: sarà la Tanzania.Come potete ben notare siamo un po’ disorientati, visto che su questo aereo, a differenza del precedente, non ci sono ne navigatori satellitari, ne tanto meno interventi vocali del pilota.So solo che viaggiamo con circa tre ore di ritardo, ma niente di nuovo o anomalo a detta di Ilario. Ci avviciniamo sempre più al mio sogno, che già sta  prendendo, i suoni, gli odori, i colori dell’Africa.Sono circondata da uomini e donne africane, che accendono le mie fantasie e le mie curiosità.Come vorrei poter parlare la loro lingua per disquisire con loro ed attingere tutte quelle curiosità che hanno popolato i sogni di una vita e guidata fin qui.Di nuovo uno sguardo fuori dall’oblò, per scoprire una terra sempre più accesa di rosso.Sono smaniosa.

ore 16:00

Dopo lo scalo di circa un’ora a Lusaka nello Zambia, si riparte.

Sembra tutto preparato a puntino.

Aumenta l’attesa per far crescere ancora di più il desiderio.

 

ORE 17:40

Finalmente a Lilongwe.

Il viaggio incomincia ad assumere il suo spessore ed il suo vero senso……E’ quasi buio ed i colori rossastri che caratterizzano questa terra vengono esaltati dallo spettacolo che la natura ci offre, quasi a darci il proprio benvenuto: è il tramonto. Mi sento frastornata ed i battiti del mio cuore quasi quasi può sentirli il mio vicino.Mentre scendo le scalette dell’aereo, dove ci attende la navetta per portarci a prendere i bagagli (sperando di trovarli), faccio il mio primo veloce bagno nell’aria tiepida africana.I bagagli per fortuna sono arrivati e mentre svolgiamo il solito iter per uscire dall’aeroporto, scorgiamo con grande sollievo un cartello con su scritti i ns. nomi, segno che la persona incaricata da Bambo Cesare di venirci a prendere, non ci ha lasciati in aeroporto, ma ha avuto la pazienza africana di attenderci nonostante tre ore di ritardo.

Ha inizio l’atra parte del viaggio che tanto preoccupa Ilario e Marco, il mio fidanzato, che consiste nel percorrere circa 300 Km in auto per arrivare a Balaka.Peter, nonostante in alcuni tratti abbia spinto con l’acceleratore fino ai 130 - 140 Km orari, alle 21:00 in punto, ci ha lasciati, sani e salvi, in missione, dove ci attende Bambo Cesare che molto gentilmente ci fa trovare la tavola apparecchiata e ci mette a disposizione un pulmino della missione per gli spostamenti dei giorni seguenti, dal momento che la struttura dove dormiremo, si trova nel lato opposto della missione.Il pulmino stenta a partire, non regge il minimo dice Ilario.Ci conduce tuttavia in quella che sarà la nostra residenza per 10 giorni.La strada che percorriamo per giungervi è completamente buia e deserta.Riesco a capire solo che è molto dissestata, ovviamente non asfaltata e quindi polverosa.L’unica strada asfaltata, mi spiega Ilario, è quella che abbiamo percorso da Lilongwe a Balaka. Anche questo rende più bella ed affascinante la mia avventura.Arriviamo nella nostra residenza. Una struttura bella esteticamente e nuova.Infatti, Ilario dice che lo scorso anno, quando lui è ripartito non erano ancora ultimati i lavori. Margaret, la ragazza che ci accoglie, ci mostra le nostre camere.E che camere ragazzi!Belle, pulite e confortevoli. Ci sistemiamo e di corsa a letto.Una bella dormita è d’obbligo, dal momento che sono più di 25 ore che andiamo girovagando e più di 40 che siamo svegli.Tuttavia non ho alcuna intenzione di addormentarmi se non aver prima condiviso con voi le mie prime impressioni sul mio ingresso nel sogno.

           Qui in Africa, il sole va a dormire presto …………..

Non ci sono lampioni.

Non ci sono luci.

Tuttavia, si scorge, tanta, tanta gente lungo l’unica grande strada che percorre il Malawi e nelle stradine che da essa si diramano verso l’interno. Tanta gente che si muove nel buio con una disinvoltura tale, da far ripetere in continuazione ad Ilario, che dopo sei anni che si reca nel Malawi resta ancora sorpreso della cosa, come facciano a sapere la strada per far ritorno nelle proprie capanne se non si vede nulla. Questa è la grande caratteristica che balza all’occhio per chi arriva nel Malawi, di notte.

           Ma chi lo ha detto che non c‘è luce ?

C’è una luna che risplende alta e grossa nel cielo e che permette a questi uomini di individuare il loro giusto percorso.

O Dio mio – mi viene da chiedergli – non permettere mai alla luna di cessare di illuminare il mondo ed i passi di questi fratelli così lontani dalle nostra realtà.

            Luna che ti permette di scorgere due occhioni grandi ed il sorriso dolce e disarmante dei   bimbi che abbiamo visto fermandoci in un rudimentale mercatino, sul ciglio della strada, individuabile grazie anche a fioche luci provenienti da piccole candele, che tutte insieme, danno l’idea di un rito pagano.

Lungo il nostro cammino a destra e sinistra abbiamo visto tanti mini falò, circondati da gente, ne abbiamo incontrati tantissimi lungo i 300 Km percorsi prima di arrivare in missione, così come sono tantissime le capanne di fango con tetti in paglia o in lamiera, che occupano questa vasta distesa di terra resa arida dal sole.Non posso non fantasticare ( e per chi mi conosce bene non è una novità) sulla vita che palpita lì dentro. Cosa staranno facendo, pensando, di cosa parleranno e soprattutto come stanno ?

Andrò a dormire con la frenesia che arrivi presto domani per scoprire questi paesaggi alla luce del sole e per dare voce e risposta ai miei tanti perché….

Ammesso che ci siano delle risposte e dei perché alle mie domande.

Buona notte africana, a  tutti coloro che amo e che porto nel cuore.

           Mie Considerazioni:

·        A differenza di Romina, per me i 300 km che dividono Lilongwe da Balaka sono stati un calvario; Peter guida bene, ma non credo si renda conto di cosa possa accadere se si perde il controllo della macchina alla velocità con la quale ha percorso alcuni tratti di strada (punte anche di 150km/h). Comunque anche quest’anno, grazie a Dio,  tutto è andato bene; resto dell’avviso che il tratto in macchina sia il più rischioso di tutto il viaggio.

·        Durante il viaggio ho pensato alla situazione che avrei potuto trovare in missione per l’assenza di padre Mario della quale sono molto dispiaciuto, visto il carisma della sua persona. Giunti a destinazione, ho trovato un buon clima, padre Beppe e padre Cesare sembrano in buone condizioni, ma l’assenza di padre Mario si palpa. In perfetta forma ho trovato anche il dottor Carlo Spini, della cui presenza sono molto felice.

·        "La casa dei volontari", questo il nome della struttura che ci ospita quest’anno, è molto confortevole, può essere senza dubbio paragonata ad un nostro albergo a  due stelle; è munita di tutti i servizi ad eccezione dell’acqua calda che manca per circa tre mesi all’anno. Infatti è stato giustamente scelto di alimentare il tutto tramite pannelli solari, in inverno (stagione che adesso stiamo attraversando), visto che il sole è più tiepido non riesce a fornire energia sufficiente per ottenere acqua calda. Posso affermare che, con una minima, ma proprio minima, capacità di adattamento, chiunque sia in grado di fare questa esperienza senza particolari problemi di ordine logistico.

go back